Da cosa nasce la zona pastorale

Le zone pastorali nella Diocesi di Bologna

Una conversione missionaria: è il progetto che l’arcivescovo Matteo Maria Zuppi ha avviato nell’arcidiocesi di Bologna, e che ha presentato nel luglio 2018 con la nota pastorale che trovate più sotto nella sua forma integrale.

Tutti più missionari.
Dopo una riflessione che ha coinvolto principalmente i preti, sono state stabilite per l’arcidiocesi di Bologna 50 «zone pastorali», ciascuna con un parroco moderatore, per promuovere la comunione tra tutte le componenti: parrocchie, comunità, religiosi, associazioni, movimenti e altre realtà pastorali.
Le zone pastorali sono pensate a partire dal territorio, nel nostro caso il «vecchio» quartiere di Borgo Panigale e la zona lungo il fiume Reno da Casteldebole alla Birra. L’idea è che proprio ascoltando le voci e i bisogni del territorio si potrà passare da uno sguardo «autoreferenziale», rivolto all’interno delle parrocchie, a uno sguardo verso l’esterno, alla realtà nella quale siamo immersi, con le sue speranze e problemi.

La Zona pastorale Borgo Panigale – Lungo Reno è formata da sei parrocchie:
Cuore Immacolato di Maria, con circa 3.800 anime;
Santa Maria del Carmine di Rigosa, con 313 anime;
Nostra Signora della Pace, alla Birra, con 2.100 anime;
San Pio X, con 4.300 anime;
Santi Giovanni Battista e Gemma Galgani di Casteldebole, 6.000 anime;
Santa Maria Assunta di Borgo Panigale, 8.500 anime.
Fanno parte della Zona pastorale anche il complesso di Villa Pallavicini/Villaggio della Speranza e la Casa della Carità.

Il moderatore della Zona Pastorale è don Guido Montagnini, parroco di Santa Maria Assunta di Borgo Panigale.

Dopo la prima Assemblea di zona, il 7 ottobre 2018, è partito un lavoro di rete tra le diverse realtà intorno a quattro ambiti:
Formazione dei catechisti, Carità, Giovani, Liturgia. I quattro ambiti hanno individuato alcuni progetti su cui lavorare.
Con l’Assemblea di zona diventa un processo strutturato e assume una forma sinodale lo sforzo di collaborare e aiutarsi a vicenda per «capire che cosa l’oggi, i segni dei tempi ci chiedono e come rispondere», come ha detto l’arcivescovo Zuppi nel suo videomessaggio per l’Assemblea.

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